Scusate se ritorno ancora sull'argomento Police, ma ieri sera ho letto un po' di recensioni sulle testate e mi è letteralmente saltata la mosca al naso.
Non tanto perchè qualcuno scrive dei pareri sui quali musicalmente un po' dissento, quanto per i tanti che si sono accaniti - a sproposito - soltanto sull'età dei tre o degli spettatori presenti.
Scrivo per (ma vorrei dire contro) le tante penne di fama nazionale, primo fra tutti Culicchia che - forse smemorato di aver fatto la sua fortuna proprio cavalcando i temi giovanilistici - riduce l'evento Police a un fatto di pancette e stempiature, parlando non del fatto che seppero sfuggire ai clichè del rock - già allora a volte stantii, oggi a dir poco asfittici - ma di capelli biondi e ossigenature, ancora una volta riducendo il rock a un fatto di costume.
Eppure proprio i tre puntarono fin da subito tutto sulla musica e sulla presenza scenica, ma quella fatta di energia e interplay (qualcuno degli eminenti critici ha mai sentito questa parola e sa cosa significa?) non certo quella degli abiti di scena o dell'eyeliner che di lì a poco sarebbe comparso anche sulle palpebre dei maschietti. Persino le copertine furono sempre molto scarne: una foto dei tre, un logo, giusto un po' di superego ma senza strafare.
Niente filmati, niente pupazzi e abiti di scena, il massimo che si concedevano era una maglietta a righe e le luci rosse durante roxanne.
Certo non hanno mai negato di essere bellocci ma solo in un paese come l'Italia si puo' continuare a parlare solo di quello anche oggi che hanno 60 anni.
L'altra sera si sono sentiti brani che a distanza di 25 anni suonano ancora freschi come se fossero scritti oggi, alla faccia di chi odiernamente non sa che pesci pigliare e rimesta il fondo della polenta.
Eppure - quasi - tutti lì a scrivere della loro smagliante forma fisica, come se quello fosse il motivo per cui stanno facendo un tour mondiale sold out tutte le sere.
Si riduce la giovinezza a un fatto fisico, come se qualche capello bianco fosse responsabile del mio diritto a fare o ascoltare musica intelligente, del diritto - ma dovrei scrivere dovere - di tutti ad essere ancora giovani mentalmente, di avere ancora un domani fatto di "chi lo sa" e un presente con delle emozioni forti.
A questi sapientoni che pensano che raggiunti i quaranta ci si debba accomodare in poltrona dedico i versi di un brano di Dave Matthews, che recitano più o meno così
Forget about the reason
And the treason we are seeking
Forget about the notion
That our emotion can be kept at bay
Forget about being guilty
We're not innocent instead
For soon we will all find our lives swept away
Non tanto perchè qualcuno scrive dei pareri sui quali musicalmente un po' dissento, quanto per i tanti che si sono accaniti - a sproposito - soltanto sull'età dei tre o degli spettatori presenti.
Scrivo per (ma vorrei dire contro) le tante penne di fama nazionale, primo fra tutti Culicchia che - forse smemorato di aver fatto la sua fortuna proprio cavalcando i temi giovanilistici - riduce l'evento Police a un fatto di pancette e stempiature, parlando non del fatto che seppero sfuggire ai clichè del rock - già allora a volte stantii, oggi a dir poco asfittici - ma di capelli biondi e ossigenature, ancora una volta riducendo il rock a un fatto di costume.
Eppure proprio i tre puntarono fin da subito tutto sulla musica e sulla presenza scenica, ma quella fatta di energia e interplay (qualcuno degli eminenti critici ha mai sentito questa parola e sa cosa significa?) non certo quella degli abiti di scena o dell'eyeliner che di lì a poco sarebbe comparso anche sulle palpebre dei maschietti. Persino le copertine furono sempre molto scarne: una foto dei tre, un logo, giusto un po' di superego ma senza strafare.
Niente filmati, niente pupazzi e abiti di scena, il massimo che si concedevano era una maglietta a righe e le luci rosse durante roxanne.
Certo non hanno mai negato di essere bellocci ma solo in un paese come l'Italia si puo' continuare a parlare solo di quello anche oggi che hanno 60 anni.
L'altra sera si sono sentiti brani che a distanza di 25 anni suonano ancora freschi come se fossero scritti oggi, alla faccia di chi odiernamente non sa che pesci pigliare e rimesta il fondo della polenta.
Eppure - quasi - tutti lì a scrivere della loro smagliante forma fisica, come se quello fosse il motivo per cui stanno facendo un tour mondiale sold out tutte le sere.
Si riduce la giovinezza a un fatto fisico, come se qualche capello bianco fosse responsabile del mio diritto a fare o ascoltare musica intelligente, del diritto - ma dovrei scrivere dovere - di tutti ad essere ancora giovani mentalmente, di avere ancora un domani fatto di "chi lo sa" e un presente con delle emozioni forti.
A questi sapientoni che pensano che raggiunti i quaranta ci si debba accomodare in poltrona dedico i versi di un brano di Dave Matthews, che recitano più o meno così
Forget about the reason
And the treason we are seeking
Forget about the notion
That our emotion can be kept at bay
Forget about being guilty
We're not innocent instead
For soon we will all find our lives swept away
1 commento:
credo che questa parte di recensioni sia ancora una volta figlia di un modo di guardare la realtà con gli occhiali del glamour, del gossip, dell'apparire anzichè essere. per questo, chi, come i Police, fa il proprio mestiere dimostrando di saperlo fare senza bisogno di grandi scenografie o effetti speciali (anche se, non nascondiamolo, Sting è un maestro nell'esporsi e far parlare di sè, seppur in modo sempre sopra le righe e il più possibilmente elegante al limite dello snob), viene preso a sassate per la pancetta di troppo, il backstage trasformato in ristorante di lusso, etc. etc. a qualcosa, bisogna pur appigliarsi quando ti trovi di fronte qualcuno che ha le contropalle nel far bene qualcosa!! visto che ormai è diventato così raro. perciò, purtroppo, non mi stupisce più di tanto questa "corrente di pensiero" nella quale ovviamente non mi riconosco. ma l'importante, come disse qualcuno, è che continuino a parlar male, perchè vorrà dire che ci sarà ancora qualcuno che continua a gridare fuori dal coro.
Radiolondra1000, ovvero... la metà bionda
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