mercoledì 7 novembre 2007

si è spenta una delle ultime voci libere

Già. E’ difficile parlare di Enzo Biagi senza correre il fortissimo rischio di cadere nella retorica. Perché rappresenta lui stesso la storia del nostro paese che ha a lungo descritto con passione, discrezione e rispetto. Anche durante i 6 lunghi anni di involontario esilio. Lo hanno chiamato voce libera, e ormai è diventato il simbolo di quel giornalismo etico, libero e indipendente che tanto fatica a sopravvivere. Fortunatamente, la sua eredità non è andata persa del tutto, c’è ancora qualche voce libera che non grida fuori dal coro, ma a modo suo riesce discretamente a farsi sentire. Una di queste è sicuramente Gianni Minà.
Sto terminando di leggere il suo ultimo libro, “Politicamente Scorretto”, di cui ho più volte consigliato la lettura. Da anni lo seguo attraverso la sua rivista LatinoAmerica e tutti i Sud del Mondo, e non a caso ho inserito il link del suo sito sul ns blog.
Ascoltare quanto queste voci hanno da raccontare oltre che un privilegio è un gesto di apertura e civiltà verso sé stessi e verso la nostra società che troppo poco conosciamo.
Perché portano a riflettere senza necessariamente abbracciare una fede politica, e permettono di analizzare la notizia con la verità dei fatti, non delle parole.
E in un mondo di urlatori e predicatori, questo rappresenta il loro insegnamento più grande.