mercoledì 14 maggio 2008

Camargue


Ultima frontiera. O quasi... perchè in realtà il turismo è arrivato anche qua, ma è decisamente più civilizzato!
I km e km di paludi, acquitrini, saline, distese di ligustri e ginestre si alternano sì a lussuosi "masi" per turisti in cerca di raffinatezze pseudo-naturalistiche (a patto di essere zanzare-repellenti di natura...), ma nel pieno rispetto di chi in questi luoghi ancora selvaggi e meravigliosi abita da molto tempo prima dell'uomo.
Non di rado, infatti, si incontrano cavalli (i famosi cavalli camarguesi) che pascolano in totale libertà e affabile familiarità (abbiamo fatto amicizia con 2 in particolare, i primi che abbiamo incontrato e dei quali ci siamo subito innamorati, immortalandoli in una trentina di scatti in 2!!) o tori, che approfittano dei momenti di relax prima di essere ingaggiati in qualche "abrivado" (tradizione della zona che prevede di farli correre lungo le strade dei paesi per poi portarli poi nelle arene).
Fortunatamente, non sono protagonisti di truculente corride, poichè la strana mescolanza di cultura franco-spagnola di questa regione della Francia si caratterizza, tra gli altri, di una corrida ove il toro non viene ammazzato, alla fine dello spettacolo, ma dove il torero deve solo recuperare un gagliardetto preventivamente apposto sulla fronte dell'animale.
Abbiamo trascorso in Camargue un intenso ponte del 25 Aprile, riuscendo a vedere molto di quanto questa bellissima zona della Francia offra ai suoi visitatori. Abbiamo soggiornato a Les Saintes Maries de la Mer, forse la più nota località turistica assieme ad Aigues Mortes. E' famosa per esser diventata la culla del cristianesimo nel lontano 48 d.C., e oggi è curiosamente meta del più importante raduno-pellegrinaggio mondiale del popolo Rom, durante l'ultimo weekend di maggio. Abbiamo soggiornato in un delizioso alberghetto, l'hotel Les Arcades, a 100 m dal centro storico del paese e altrettanti dal mare, onestissimo nel prezzo e nei servizi (110 € in 2 colazione compresa per 2 notti), che consiglio vivamente quale base per poter poi muoversi. Nella zona, molto interessanti da visitare sono il Parc Ornitologique du Pont-de-Gau, dove poter osservare in tutta tranquillità diverse specie di uccelli in libertà (primi fra tutti, i famosissimi fenicotteri rosa, che qua hanno stabilito uno dei loro abitat europei preferiti), o le diverse saline disseminate tra un acquitrino e l'altro (noi abbiamo visitato quelle di Giraud).
Per chi fosse interessato anche a qualche bellezza storico-culturale-architettonica, a non molti km di distanza si trovano Nimes, Arles e Avignone, quest'ultima con la sua splendida residenza dei papi. Arles è forse la città più rappresentativa di questa zona della Francia meridionale, quella dove è possibile incontrare da vicino la complessa mescolanza della cultura spagnola e di quella francese (non per niente possiede una bellissima arena romana usata frequentemente per le corride). Il suo fascino, del resto, è stato più volte ritratto su tela da Van Gogh, anche se di alcuni dei palazzi più famosi ritratti dal celebre pittore oggi esistono più solo le ricostruzioni (prima fra tutte, la famosa maison jaune).

2 commenti:

Alessia ha detto...

Hai mai pensato di lavorare per Lonely Planet? ;)

RadioLondra2000 ha detto...

... il bello è che ho pure lavorato per un'agenzia di viaggi... potessimo, io e Antonio faremmo i Siusy&Patrizio del nuovo millennio...