mercoledì 7 gennaio 2009

Istanbul Istanbul: parte 3


Tra gli angoli più caratteristici di Istanbul, sicuramente il Kapali Carsi, o Gran Bazar, ma non certo la parte al coperto (creata più per i turisti che per i locali…), bensì il quartiere che si dirama in mille viuzze rigorosamente suddivise in “zone di acquisto”, ovvero: la via degli scarpai, quella dei venditori di abiti, quella del pellame, quella del pentolame e via così… Un’idea intelligente: ad ogni tipologia di acquisto, anche la più dettagliata, la via appositamente dedicata! Suddivisa e separata persino in articoli femminili e maschili. Un tuffo nel vero serraglio tipico dei mercati arabi, assaporando odori e profumi neanche poi così tanto lontani, per lo meno per la mia memoria… E per fare dei veri affari (occhio però quando si tratta di tappeti e tessuti costosi…), il Misir Carsisi, o mercato delle spezie (detto anche mercato egiziano), dove è possibile acquistare spezie di ogni genere, saponi e tutto quel che serve per la toeletta, caviale, lampade e ceramiche decorate, e ancora trovare qualche articolo decisamente particolare, come ad esempio un bel bottiglione pieno di sanguisughe…
Altro quartiere caratteristico (reso forse un po’ troppo turistico dal proliferare di ristorantini di ogni sorta) è il Kumkapi, nato come quartiere dei pescatori, dov’è possibile gustare dell’ottimo pesce (da acquistare direttamente ai banchi dei pescatori o in qualche ristorante, preferibilmente tra quelli sulla baia – consigliamo il Dogan Balik Restaurant in Kennedi Cad. dove ho mangiato i calamari più buoni della mia vita…) e ammirare le barche di rientro al tramonto (il cui spettacolo è oscurato solo dal profilo di qualche petroliera neppure così lontana….).
Per farsi un’idea anche dell’anima asiatica (o forse decisamente più mondana…) della città, basta attraversare il ponte Galata, uno dei 2 ponti sul Corno d’Oro (l’altro è il ponte Ataturk), di giorno pieno di pescatori che, con le loro canne da pesca, rendono ancor più suggestivo l’attraversamento. Il quartiere di Beyoglu che si dirama dalla torre Galata (avamposto dei genovesi, i primi stranieri ad arrivare fin qua…) è oggi un susseguirsi di uffici, negozi alla moda, locali, che lo hanno trasformato in un vivace quartiere commerciale. Caratteristica è Istiklal Caddesi, la via dello struscio di Istanbul, percorribile a piedi oppure a bordo di un vecchio tram che ricorda (o ricopia…) i cable car di Sanfra. E per chi vuole provare proprio tutti i mezzi di trasporto che la città offre, anche una piccola cremagliera sotterranea che consente di scendere dalla collina senza troppa fatica. A dire il vero, l’unico mezzo che non siamo riusciti a provare è il traghetto, ci sarebbe piaciuto fare un bel giro del Bosforo, ma vuol dire che dovremo tornarci apposta, magari d’estate, per godere dei magnifici tramonti che hanno reso Istanbul tanto famosa.

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